Bahrain Victorious, Giro 2022 in dubbio per Damiano Caruso: “Forte interesse della squadra di presentare la formazione più forte al Tour”
Damiano Caruso allontana le speranze di vederlo al Giro d’Italia 2022. In un intervista per Il Messaggero, il ragusano ha raccontato un po’ delle sue ultime stagioni: il covid, il lockdown e poi la straordinaria prestazione alla Corsa Rosa lo scorso maggio, un risultato inatteso, ma che non è frutto del caso. Il corridore della Bahrain-Victorious, esausto dopo la Vuelta a España che lo ha consumato sia mentalmente che fisicamente, ha sfruttato il clima mite della sua isola per stare insieme alla sua famiglia e per iniziare a pedalare verso il 2022. Una stagione che forse non gli consentirà di ripetere le prestazioni sontuose dell’Alpe Motta, perché il Tour de France chiama.
Il desiderio di rivederlo lottare sulle strade italiane per il sogno rosa, con quella pacca sulla spalla al compagno Pello Bilbao che tanto ha entusiasmato, è grande, e la domanda se sarà della corsa è inevitabile: “I programmi sono ancora in fase di sviluppo con la squadra, non è certa la mia partecipazione al Giro del prossimo anno. Mi piacerebbe ripresentarmi al via da Budapest, ma c’è un forte interesse della Bahrain-Victorious a presentare la formazione più forte al Tour, quindi sono quasi sicuro che sarà in Francia il mio appuntamento principale del 2022″.
Rilanciando quanto ci aveva spiegato nelle scorse settimane , il 34enne siciliano conferma che la sua ambizione primaria non sarebbe tuttavia la classifica: “Non penso di poter competere per la generale, ma mi pongo l’obiettivo di vincere una frazione per entrare nel club dei tre vincitori di tappa in tutti e tre i grandi giri”. Anche se chiaramente gli scenari di corsa potrebbero nuovamente portarlo a cambiare rotta, come successo pochi mesi fa: “Qualora si verificassero delle situazione che mi permetteranno di fare classifica, si deciderà lì al momento”.
Non manca la domanda su Tadej Pogacar, ormai servita a tutti i suoi ipotetici avversari: “Pogacar è il corridore più talentuoso che abbia mai visto nella mia carriera. Non credo che possa essere battuto sullo scontro diretto, ma attaccandolo da lontano, con una squadra che abbia più capitani – ha commentato Caruso, facendo tornare in mente le parole di Jonas Vingegaard di qualche giorno fa – Nel ciclismo bisogna rischiare, come ho fatto io ad Alpe Motta. Magari non si arriva si arriva al bottino pieno, ma si può almeno provare a mettere in difficoltà un corridore così forte”.
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